La legge del silenzio by Kimberly McCreight

autore:Kimberly McCreight [McCreight, Kimberly]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2021-03-10T23:00:00+00:00

Faccio qualche isolato per allontanarmi dal trambusto che c’è intorno al tribunale penale di Brooklyn diretta alla zona tranquilla e alberata nei pressi della più regale Corte Suprema della contea di Kings. Mi siedo su una panchina, defilata dal viavai della pausa pranzo. Benché sia un’assolata giornata di luglio, all’ombra fa incredibilmente fresco.

Prepararmi per il processo. È questa la prossima cosa da fare. E, irritante o no, Paul ha ragione: se abbiamo una chance di vincere, dobbiamo giocarcela conquistando la giuria con una storia che sia convincente. La versione dell’accusa – una coppia distante, un marito prepotente, un festino finito in tragedia – darà ai giurati una storia su cui poter affondare gli artigli. Io avrò bisogno di costruire una storia altrettanto seducente con cui riottenere la loro attenzione. Meglio ancora sarebbe offrir loro in pasto un altro possibile sospettato. Lo stalker di Amanda sarebbe il mio miglior candidato, se riuscissi a capire di chi si tratta. E, per farlo, devo finire di leggere l’ultimo diario e sperare di poterne scoprire l’identità.

Mi squilla il telefono. Credo sia Sam e spero sia Millie, anche se è troppo presto perché abbia già avuto delle risposte dal laboratorio. Sullo schermo invece leggo Vic. Sto quasi per rifiutare la chiamata ma poi penso che non mi farebbe male fare due chiacchiere con un’amica. «Ciao.»

«Ciao!» fa lei, togliendo il vivavoce. «Incredibile! Sono riuscita a beccarti! Insomma, com’è lavorare per un grande studio legale?»

«Strano», le rispondo, senza esitazioni. È la cosa più onesta che ho detto nelle ultime settimane.

«Strano?» Vic è diventata socia in uno dei più grandi studi legali che si occupano di diritto dello spettacolo a Los Angeles. Ci lavora da sei anni e ha trovato la nicchia perfetta in cui coincidono stimoli e stabilità. «Va be’, sempre meglio di penoso.»

Mesi fa le ho raccontato che avrei lasciato la Procura federale perché avevo bisogno di soldi per l’inseminazione artificiale o l’adozione. Non sono riuscita a dirle la verità. Anche se io e lei siamo molto amiche, non le ho mai voluto parlare dei problemi di Sam con l’alcol. «Senti, ti ricordi di Zach Grayson?» le chiedo.

«Oddio, aspetta, quello che non ti guardava mai negli occhi? Era proprio strano.»

«Sì, lui. La moglie è morta e la polizia pensa che sia stato Zach a ucciderla massacrandola di botte con una mazza da golf.»

«Oddio», fa Vic, per poi restare in silenzio qualche istante. «Secondo me, potrebbe essere stato davvero lui, tu che ne pensi?»

Scoppio a ridere. È stato più forte di me, per il modo in cui l’ha detto. «Sarò io a rappresentarlo in tribunale», la informo, dopo essermi ricomposta.

«Cosa?» Vic sembra sinceramente allarmata. «Perché?»

«È una storia lunga. Mi sono ritrovata con le spalle al muro grazie a te e alle tue newsletter. Sapeva che avevo cambiato lavoro e che adesso sto in Young & Crane.»

«Ah, no, no. Non me la prendo, la responsabilità di questa faccenda. Sono due anni che non mando più newsletter, da quando Amy ha perso il primo bambino. E meno male che mi aveva dato il permesso di dire che era incinta.

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